Una recitazione non stilistica, senza tracce di elementi borghesi: le parole di Euripide sono radicate nel corpo, nella “macchina attoriale” più antica.
I protagonisti non comunicano solo attraverso il linguaggio ed i suoi significanti ma attraverso un lavoro molto complesso, teso alla ricerca di una vocalità antica e di una fortissima emotività.
L’emotività: ecco il punto focale di questo lavoro. Dal punto di vista del regista, è proprio la tanto vituperata emotività il veicolo che rende possibile ancora oggi la fruizione del tragico e della catarsi.
È profondamente necessario per un interprete della tragedia greca, lavorare al raggiungimento di temperature emotive elevatissime, compromettere la voce e il corpo per raggiungere degli stati davvero perturbanti.
Nella visione del regista l’obiettivo è raggiungere una recitazione colma di segreti, obliqua e antiretorica.
Lo spettacolo è sempre stato rappresentato il lingua italiana, con al suo interno delle parti recitate in greco antico.
Per rappresentazioni all’estero è possibile metterlo in scena in lingua inglese, se richiesto dal paese ospitante.